Lo scooter di serie più prestante e il proprietario più incontentabile danno origine ad un “mostro” di potenza capace di erogare 108 CV di picco, grazie ad una massiccia elaborazione e all’ausilio del protossido d’azoto.
Lo scooter di serie più prestante e il proprietario più incontentabile danno origine ad un “mostro” di potenza capace di erogare 108 CV di picco, grazie ad una massiccia elaborazione e all’ausilio del protossido d’azoto.
Avevamo già avuto a che fare con questo impressionante mezzo nel corso di una bollente comparativa di maxi scooter, che i nostri più fedeli lettori ricorderanno pubblicata sul numero 60 di luglio-agosto 2009. Ma ora siamo andati ben oltre. Questo ulteriore step evolutivo potrebbe essere definito come un “extreme makeover”, qualora si parlasse di un essere umano, oppure di un utilizzo massiccio della chimica sotto forma di anabolizzanti. Qui però la chimica interviene per creare una sovralimentazione capace di ingrossare i muscoli del Gilerone di oltre il 100%! Non bastava il motore dalla cubatura esagerata, né la potenza superiore a qualunque “plasticone” mai visto in circolazione, tenuta a bada necessariamente da una vera e propria catena di trasmissione. Non erano sufficienti nemmeno un impianto frenante da moto vera o un look sportivo e aggressivo. Bisognava esagerare. La vorace fantasia del suo proprietario non è stata saziata nemmeno dalla preparazione già intensa che avevamo abbondantemente testato, e non sappiamo se sia stata appagata dagli ulteriori interventi a livello di meccanica. Speriamo che almeno dal punto di vista estetico si sia raggiunto l’apice, anche perché con le recenti modifiche la personalizzazione è davvero vicina alla perfezione; spingersi più in là forse significherebbe cadere nel pacchiano, mentre ora la colorazione e gli accessori adottati rendono il mezzo uno dei più belli che ci sia mai capitato di recensire. Ciò che invece dovrebbe aver definitivamente soddisfatto chi possiede e guida questo scooter, ma anche chi lo ha elaborato, è il livello delle prestazioni raggiunto. Con l’adozione dell’impianto al protossido d’azoto abbiamo rilevato tempi in accelerazione difficilmente ripetibili. Ma è meglio non dirlo troppo forte, i diretti responsabili di tale performance potrebbero raccogliere la sfida; non a caso durante la prova al banco si sentiva complottare intorno ad un’altra folle idea chiamata turbina! E così stiamo pregustando l’opportunità di scrivere il terzo capitolo della saga…
Di bene in meglio…
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