SPECIAL CAFÈ
Headbanger Hollister!
From Woodstock to Milan
Nella calda estate del 1969, nella contea di Ulster, tanti giovani si riunirono per partecipare a quello che all’apparenza doveva essere un semplice concerto a pagamento. Woodstock, la più grande manifestazione musico-culturale di tutti gli anni 70, è implicata, e non poco, con la storia di questa moto. La visione di tre viaggiatori del passato, oggi solida realtà
Testo Mario Polini – polini@specialmag.it
Gli eventi che hanno segnato il corso della storia moderna, nel bene o nel male, non sono poi così tanti. Il periodo “rivoluzionario” più vicino ai nostri tempi risulta essere quello che inizia con la rivolta popolare nel maggio ‘68. Una protesta totale e unificante legò insieme tutte le classi sociali, permettendo la nascita di nuovi movimenti, riportando in auge il concetto del “viaggio”, mentale e fisico; nasce così il grande sogno americano, la voglia di solcare le mitiche Route.
Headbanger Motorcycles – La storia del marchio Headbanger è strettamente legata a questo periodo di fermento culturale, non solo concettualmente ma praticamente. Il bozzetto che ha ispirato queste moto arriva da molto lontano, sia in termini di spazio che di tempo. Molti anni fa il fondatore Giorgio Sandi, girovagando in moto nella West Coast, fece una sosta a Westwood, Los Angeles. Una vetrina di un bookstore rapì la sua attenzione: foto e memorabilia di gruppi dei fantastici anni 60’ e 70’. Entrò e, facendo scorrere sotto le sue dita riviste e libri, una vecchia copia di Life, un numero speciale dedicato al festival di Woodstock, rapì la sua attenzione. Al suo interno la pagine impresse dell’inchiostro segnato dal tempo, documentavano gli avvenimenti che nel ‘68 resero famosa, in tutto il mondo, la cittadina di Bethel.
L’evento chiave però è un altro; in quel dimenticato numero di Life, Sandi trovò un foglio ingiallito sul quale era scritta una storia, illustrata da un disegno: una moto. Nomi di cantanti e gruppi musicali, miglia da percorrere e una parola, un’espressione figlia di quei tempi, che nasceva dalla penna di un giornalista che, dopo aver assistito al primo concerto dei Led Zeppelin negli Stati Uniti, forse per deridere il comportamento dei giovani presenti, aveva definito gli spettatori che scuotevano il capo al ritmo della musica “Headbangers”.
Headbanger, un sogno di incontaminata libertà, conservato gelosamente da una rivista e un foglio ingiallito, che profuma di cuoio invecchiato e vapori di benzina. Palmi stretti sul manubrio e tanti chilometri, magari su una Interstate, lunga, quasi infinita.
Una bella storia questa coincidenza di eventi che ha dato vita alla Headbanger Motorcycles, un piacevole caso di serendipity che scalda il cuore e alimenta una voglia di viaggiare verso la fortuna e la libertà, magari in sella ad una di queste moto.
Articolo completo su SPECIAL n° 63 Gennaio – Febbraio
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