Mister Martini
L'INCREDIBILE HULK
Triumph Thunderbird Sport M-Tripp
by Mister Martini (VR)
La M-Tripp è una roadster di razza, invitante e affascinante. Uno stile da vivere in coppia, vista la comodità e la possibilità di viaggiare in due. Una preparazione che stupisce per la sua chiave di lettura lungimirante e visionaria. Una vera e propria cafè racer, forte di qualità e tecnica costruttiva degne di lode
Modificare così radicalmente una moto come la Thunderbird Sport risulta impegnativo anche per il più abile e fantasioso dei tuner. Visti il grande fascino e la presenza di questa classica inglese, reinterpretare forme e stile di questo oggetto di culto richiede una grande conoscenza della moto, ma soprattutto una grande capacità di proporre alternative tecniche ed estetiche in grado di render giustizia ad una “base” così importante. In generale le modifiche apportate interessano la parte estetica, esaltando il carattere retrò, e magari qualche ritocco al motore per renderlo più brioso.
La T-Sport del futuro
La M-Tripp rappresenta un upgrade d'autore, realizzato sulla moto più complicata che si potesse scegliere. Di sicuro una grande dimostrazione di competenza da parte di Nicola Martini, il padre di questa creatura, che a nostro avviso difficilmente può essere riferita ad un periodo, ad un tempo preciso, vista la grande sintesi di concetti riassunti all'interno del tre cilindri. Questa moto è uno “Stargate”, una porta aperta su più periodi, una visione del presente come se già si stesse vivendo il futuro. Il concetto che sintetizza la M-Tripp è semplice, un uovo di Colombo, ma bisogna essere in grado di svilupparlo. Le modifiche apportate nel complesso rendono questa moto adatta ad un uso quotidiano, permettendo di viaggiare in tutta comodità, oppure andare a lavoro senza dover scendere a copromessi.
Ciclistica più moderna e curata
Da subito ci si rende conto delle radicali modifiche tecniche apportate alla moto, che ben si sposano con l'intera struttura, compatta e muscolosa, di questa T-Sport. L'avantreno è stato totalmente rivisitato, a partire dalla forcella, rimpiazzata da una unita up-side down prelevata pari pari da una Ducati, con tanto di doppio disco Brembo Serie Oro. Per poter adeguare la forcella e l'impianto frenante al raffinato cerchio Braking con dischi Wave integrati è stato necessario costruire piastre di sterzo ad hoc. La parte posteriore della moto fa sfoggio delle soluzioni più originali e ricercate. Come consuetudine di Mr Martini, nella scelta dei componenti si attinge all’ormai sconfinato paniere di casa Triumph. Il forcellone originale lascia il posto a quello della rigorosa e massiccia Speed Triple prima serie, l'ormai leggendaria T309. Si tratta di un componente a sezione rettangolare in lega leggera, con un particolare sistema di ancoraggio delle ruote ad eccentrico, che rende possibile la variazione dell'interasse. Mr Martini, non ancora felice del lavoro svolto, chiede ed ottiene di spostare l'unico elemento ammortizzante posteriore sul lato destro della moto, liberando la vista del lato sinistro e offrendo la temporanea illusione che la M-Tripp si affidi al doppio ammortizzatore. Per evitare che l’unità Öhlins, montata in questa maniera piuttosto inusuale, sia sottoposta a pericolose torsioni, il forcellone è stato modificato e rinforzato con capriate inferiori e superiori; rinforzate anche tutte le geometrie del telaietto reggisella.
Look d'autore
Rivisto in questa chiave, il retrotreno della moto si presenta compatissimo e coerente, a dispetto della totale assenza di sovrastrutture in plastica attorno alla sella, che ora è ornata solo dal fanale a led proveniente da una Street Triple e da un maniglione cromato rubato ad una Bonnie. Il vero tocco d’artista è riservato al riposizionamento del paragrafo. Quello originale della T-Sport viene rimontato a filo della Dunlop da pioggia ed è poi ingegnosamente appiattito nella parte finale per consentire il montaggio della targa: una soluzione già vista con qualche variante su qualche sport tourer, ma di sicuro mai prima d’ora su una cafè racer. A completamento degli interventi sull'estetica, segnaliamo il fanale anteriore di grosse dimensioni, di provenienza Yamaha, e la modifica del profilo del serbatoio, che assume una forma più squadrata.
Pochi interventi meccanici ma tanta classe globale
Gli interventi sul motore sono limitati al montaggio del kit Dynojet e di corti terminali Supertrapp, ovvero quanto basta per garantire un pizzico di grinta in più e la tonalità di voce giusta. Come sempre accade con le moto preparate da Martini, la M-Tripp colpisce per il suo generale livello di rifinitura che la fa apparire come la Factory Special di una casa costruttrice. Una moto oggetto del desiderio di tanti appassionati, che di sicuro andrebbero ad affollare le concessionarie semmai fosse prodotta in serie, magari limitata. A nostro avviso la M-Tripp è la Thunderbird del futuro, la moto che più di tutte riesce a rappresentare una proiezione verso il futuro del tre cilindri della casa di Hinckley. Mr Martini è molto più di un preparatore: riesce a coniugare l'utilizzo quotidiano dei mezzi, che proggetta e realizza, ai più elevati standard di design proposti sul mercato. Il segreto forse è l'umiltà e la voglia di non riproporre mai le stesse soluzioni, avendo come punto fermo una grande lungimiranza, che permette di offrire bellezza coniugata all'utilità.
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