Una moto che viene dal passato, prodotta ininterrottamente e allo stesso modo dagli anni ’50. Cura artigianale nei dettagli e il gusto di una creazione fatta interamente a mano. Elaborata con gusto per rendere questa classica, una splendida café racer. Il motore non brilla per prestazioni e la ciclistica è datata, ma la soddisfazione di fare un viaggio nel tempo può valere il compromesso Prendete una moto del 1955. Continuatela a produrre fino ad oggi senza modifiche di rilievo, assemblatela a mano e otterrete la Royal Enfield Bullet. Un progetto anacronistico destinato a fallire? Neanche per sogno, dal 1955 la Bullet continua a essere prodotta allo stesso modo in oltre 30.000 esemplari l’anno. Niente male per un’anziana signora. Per capire meglio le Royal Enfield, e conseguentemente la café racer in prova, bisogna però conoscere un poco la storia di questa Casa motociclistica: solamente così si può comprendere appieno lo “spessore” di questi mezzi.
Royal Enfield Story
La Royal Enfield Bullet nella sua forma attuale, fu introdotta inizialmente in Gran Bretagna nel 1949 come una 350 cc. La versione da 500 cc vide la luce nel 1953 vincendo da subito numerose competizioni, portando così fama e prestigio alla Casa di Redditch. Fu però il 1954 a segnare la svolta del marchio: il governo Indiano ordinò 800 Bullet da impiegare immediatamente sul fronte Pakistano e questo fu l’inizio di una fruttuosa e ripetuta fornitura.
Ciò portò la Casa inglese alla decisione di spostare la produzione per il mercato indiano direttamente a Madras. Già nel 1955 fu trovato un partner indiano e la mano d’opera locale venne formata a Redditch per imparare le tecniche di produzione. Lo stabilimento venne ultimato nel ’56 e iniziò così a produrre la moto che i tecnici indiani erano stati addestrati a costruire: la Bullet 500 cc del 1955. Da allora la produzione di questa moto continua ininterrottamente fino ai giorni nostri e, sebbene ci siano stati adeguamenti della produzione per il rispetto della sicurezza e dell’ambiente, la fabbrica indiana ha salvaguardato uno dei più classici esempi di meccanica motociclistica inglese: la Bullet del 1955 è ancora in mezzo a noi e il suo sapore retrò resta immutato. Dal 2009, con l’entrata in vigore delle norme Euro3, le Bullet vengono ancora prodotte ed esportate in tutto il mondo, ma con un motore completamente nuovo, con cambio in blocco, iniezione elettronica e freno anteriore a disco. Ironia della sorte, la casa madre inglese, seguendo il declino dell’industria motociclistica britannica, chiuse i battenti nel 1965, lasciando alla filiale indiana l’eredità di un marchio storico. La moto da noi provata è del 2008, ultimo anno di produzione di quelle Bullet senza tempo, senza tecnologia, sempre meravigliosamente uguali a se stesse a partire dal lontano 1955. Preparata in versione Café Racer dai ragazzi di G.Garage, rappresenta un bell’esercizio di stile che, con pochi tocchi, perlopiù estetici, riesce a catturare appieno lo spirito di un tempo.
Sembra uscita dalla macchina del tempo
Il primo impatto estetico è molto forte: una moto d’epoca immatricolata di fresco. La base di partenza infatti è una Royal Enfield Bullet 500 Standard del 2008. Monocilindrico raffreddato ad aria, cornetto di aspirazione al carburatore, denudata a dovere per guadagnare peso il più possibile, come le vere café racer di una volta. La Royal Café pesa circa 10 kg in meno rispetto alla versione standard, già piuttosto leggera di suo; questa cura dimagrante è imputabile ai parafanghi in alluminio, al telaietto posteriore anch’esso in alluminio e ai molti piccoli ritocchi volti a ridurre il peso all’essenziale. I particolari in alluminio lucidato e il serbatoio interamente cromato la fanno scintillare alla luce del sole. I freni a tamburo e la pedivella d’avviamento sono la prova inconfutabile che questa moto è fatta ancora come negli anni ’50. Coscienziosamente, assieme al kick start, la Casa madre fornisce ora anche l’accensione elettrica, sebbene, inutile dirlo, accendere a pedale questa café racer dà tutto un altro gusto. Il faro anteriore è avvolto in una nacelle in pieno stile fifties, che contiene inoltre la strumentazione: il tachimetro e l’amperometro, accessorio immancabile per una moto old style. La nacelle inoltre, ingloba due piccole luci di posizione incastonate appena sopra il faro. Il cambio a 5 rapporti è a sinistra, alleviando un poco la preoccupazione di dover reimparare a guidare una volta montati in sella. Lo scarico tipo BSA Goldstar, “apertissimo”, regala un sound strepitoso. La sella è rigorosamente monoposto, il manubrio è uno sportivo Ace Bar e l’unico specchietto retrovisore è al manubrio. Tantissimi i particolari racing old style, come lo scarico dei vapori che finisce dietro al parafango posteriore, piccoli tocchi, poco evidenti ma ben riusciti, che rendono ancora più unica ed esclusiva questa realizzazione. Il risultato complessivo è uno strepitoso impatto estetico, un grande fascino dato dalla storia che trasuda questa Enfield, pur risultando evidenti i limiti tecnici di un mezzo tecnologicamente datato. La forza di questa moto però sta proprio nelle sue debolezze: le carenze tecniche sono i punti saldi della personalità di questo monocilindrico. Una moto che dev’essere guidata solo con la passione.
Su strada
Un balzo nel passato Piacevole per la passeggiata, senza mai forzare il passo. Ostica inizialmente, è una moto che va lentamente scoperta e che, se se ne accettano i limiti, può regalare notevoli soddisfazioni La sensazione sulle prime è molto particolare. Appena montati in sella ci si rende conto che si ha a che fare con qualcosa a cui non si è più abituati da anni. Inizialmente è solo una sensazione irrazionale mossa dall’aspetto più che old style del mezzo; poi, una volta messa in moto, prende sempre più forma e consistenza la percezione di aver fatto un balzo indietro nel tempo di 60 anni. E dire che questa café racer dovrebbe essere pure Euro2. La posizione di guida non è delle più comode. Sarà che la moto è compatta e il sottoscritto non è proprio “piccolo”, ma afferrando l’Ace Bar i polsi dolgono da fermi e in rettilineo. L’unico modo per alleviare la scomodità è trovare una serie di curve, smettere di pensare e incominciare a divertirsi. Un capitolo a parte va dedicato alle vibrazioni. Da ferma, a motore acceso, è impressionante vedere come oscilla la forcella. In marcia le vibrazioni al manubrio restano ma come si diceva un tempo, fanno parte del carattere della moto e non vanno annoverate tra i difetti. Nota più che positiva il peso: moto leggera e baricentro basso, sembra una piuma. Senza pretendere di spingere riesce ad andar giù bene e, una volta presa la mano, diventa divertente inanellare curve in montagna. Tutto sommato, risulta piuttosto maneggevole, ma le ruote strettine non trasmettono grande sicurezza in piega.
La ciclistica è la stessa da quasi sessant’anni e si sente: semplicemente non frena, i freni a tamburo sono veramente deboli e per nulla modulabili, soprattutto dopo essersi assuefatti da una vita alla confortante sensazione di avere due freni a disco che funzionano a dovere. In compenso il motore non ha una gran spinta, per cui alla fine la frenata è quasi adeguata alle prestazioni di questa Enfield. Bisogna però dire a favore del propulsore che possiede un discreto allungo e che, con la ciclistica che ha a disposizione, è forse meglio che abbia questo carattere pacato.
La guida è, a suo modo, un poco complessa: bisogna farci la mano, non c’è dubbio. Questa Royal Café non è una moto moderna e come tale va trattata. Bisogna abituarsi al cambio lento e impreciso, a come impostare le traiettorie di curva, a guidare sempre con il corpo.
Non è semplice da gestire, insomma. Il cambio a sinistra sicuramente aiuta a prendere confidenza più velocemente col mezzo anche se i rapporti sono tutt’altro che immediati da gestire: bisogna lentamente accompagnare il pedale del cambio lungo tutta la sua corsa e poi rilasciare, sempre lentamente, la frizione. La necessità della “doppietta” tra prima e seconda marcia mi ha fatto sussultare il cuore, facendomi annegare per un istante tra i ricordi dell’infanzia. Una volta presa fiducia e confidenza con la moto, le cose diventano più facili e immediate e, finalmente si inizia ad apprezzare il gusto della guida.Queste moto, questi “cancelli”, sono sempre difficili da decifrare: sulla carta, paragonati alle belve moderne, sono buoni solo come usato da rottamare, ma, ogni volta che monti in sella, accendi il motore e metti in fila un paio di curve, riescono sempre a tirare fuori il bambino che è dentro di te e a farti divertire e sorridere come non mai. La prima volta che sono riuscito a piegare un poco questa Enfield, una gratificante botta di ego mi ha pervaso tutto e la voglia di rifarlo si è impossessata di me, tanto da farmi scordare i polsi doloranti e le vibrazioni eccessive.
Il sound è una sinfonia, come solo le moto di una volta sanno regalarci, quando gli scarichi venivano realizzati a mano e l’inquinamento acustico non era annoverato tra le priorità. A nostro avviso non è questa la moto da utilizzare tutti i giorni per andare al lavoro, né per fare 2.000 km tutti in una tirata o per testare i propri limiti: va presa per quello che è e va utilizzata là dove riesce a dare il meglio di sé. Una strada con tante curve, una bella giornata di sole e il divertimento è assicurato. Tanto fascino e tanto carisma suppliscono egregiamente alle carenze tecniche e allo stile di guida da riscoprire.
LA PREPARAZIONEESTETICA
Serbatoio cromato completo di rubinetto e tappo cromato 450,00 €
Telaietto post. e parafango post. in alluminio lucidato 120,00 €
Telaietto ant. e parafango ant. in alluminio lucidato 90,00 €
Pedane arretrate 220,00 €
Manubrio Ace Bar 35,00 €
Sella Clubman 180,00 €
Soffietti forcella 15,00 €
Portatarga completo di faro tipo Lucas 75,00 €
Indicatori di direzione metallo cromato 45,00 €
Specchietto retrovisore al manubrio 30,00 €
Decal serbatoio 10,00 €
Tabelle in alluminio (per eliminare porta oggetti, filtro aria e alleggerire la moto) 60,00 €
MECCANICA
Scarico completo café racer con finale tipo Goldstar 240,00 €
Filtro aperto (trombetta) 20,00 €
Totale intervento1.590,00 € + IVA OPTIONALS
A RICHIESTA
Serbatoio alluminio lucidato 600,00 €
Kit carburatore Amal 230,00 €
Faro ant. tipo Lucas 65,00 €
Piastre complete “anni 70” 235,00 €
PAGELLA STATICA
Estetica30/30
Brillante, essenziale, una Vera classica
Ciclistica20/30
Intonsa dal ’55… gli anni sulle spalle si sentono
Motore 20/30
Non brilla per prestazioni, ma ha anche 60 anni sulle spalle
Voto Finale 86/110
Una moto che si ama non certo per tecnica e prestazioni
APPROFONDIMENTI
Come ogni moto anni ’50 che si rispetti la nacelle ingloba faro e strumentazione. In questo caso è un particolare montato di serie dalla Royal Enfield, ma volevamo evidenziare la fattura elegante di questo accessorio ormai desueto: un unico blocco che ingloba il faro anteriore, la strumentazione, il blocchetto d’accensione e due piccole luci di posizione incastonate sopra il faro.Di serie SerbatoioIn acciaio spazzolato e poi cromato, è uno dei tanti accessori realizzati artigianalmente dalla G.Garage. Brilla lucidissimo e dona un tocco racing d’antan in più a questa Royal Café. Viene fornito completo di rubinetto benzina e tappo cromato. Un accessorio di sicuro impatto estetico.
Prezzo: 450,00 € + IVA
CHIAVE DI LETTURA
Una café racer uscita dalla macchina del tempo. Tecnica e prestazioni degli anni ’50 ma emozionante da guidare: un mezzo che è sopravvissuto al tempo e che ci ha fatto riscoprire un modo differente di andare in moto.
PAGELLA DINAMICA
Inserimento 21/30
È necessario prendere confidenza col mezzo
Percorrenza 23/30
Bisogna avere fiducia e lasciar correre
Uscita di curva 23/30
La potenza da gestire è limitata
Voto finale 81/110
Non è moto da prestazioni, ma sa essere molto divertente
IL PREPARATORE
G.Garage è una giovane e dinamica azienda nata alcuni anni fa dall’esperienza e dalla passione per la meccanica tradizionale dei proprietari, Federico e Alessandro Gentili. Cresciuti nell’officina del nonno, sono in grado di costruire quasi totalmente in proprio moto intere o accessori dedicati, seguendo i desideri del cliente. In prima battuta si sono presentati sul mercato come piccoli costruttori di moto e preparatori di classiche, con un occhio di riguardo per la meccanica Harley-Davidson e Ducati 2 valvole. La loro officina è attrezzata con centri di lavoro di tornitura e fresatura, banco dima per telai e prototipi, e un laboratorio battilastra per carrozzerie. Alcuni accessori, come piastre di sterzo, codini short track, telai e manubri, vengono replicati avvalendosi della collaborazione di officine partner che lavorano con macchinari a controllo numerico. In un secondo momento, all’officina di costruzioni meccaniche è stato affiancato un servizio dedicato a tutti coloro che desiderano avere una moto fuori dagli schemi, oppure mai importata in Italia in maniera ufficiale. Il servizio offerto va dal reperimento di un determinato modello, all’importazione diretta, se il caso lo necessita, alla costruzione dell’intera moto, passando per la normalizzazione/omologazione secondo le norme vigenti, fino alla consegna e al servizio di post vendita.
G.Garage
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