Triumph Bonneville 2008 by Team Phoenix
Spesso i miti del passato restano indelebili, senza sentire il tempo che inesorabile passa. Per chi invece ha portato via con sé un bel pezzo di storia la faccenda è ben diversa. Suoni e odori, a volte, sono capaci di riportare alla mente uno spaccato di vita, in questo caso le gesta cinematografiche e motoristiche di uno dei miti moderni, che, forse meglio di tanti altri suoi colleghi, è riuscito ad avvicinare due mondi, all’apparenza diametralmente opposti ma accomunati da una direttrice comune.
TEST CAFÈ
TRIUMPH BONNEVILLE 2008
BY Team Phoenix (RM)
Lady Gulf
La moto dei sogni, ispirata dal mito, costruita dal mastro. Una Triumph Bonneville del 2008 a iniezione entra nel garage di Domenico Fasanella e si fonde con il mondo delle corse: l’arancione del marchio Gulf diventa la sua macchina del tempo. L’era dei miti, uno in particolare: Steve Mc Queen
Testo Mario Polini – polini@specialmag.it
Foto Roberto Brodolini – roberto.brodolini@specialmag.it
Spesso i miti del passato restano indelebili, senza sentire il tempo che inesorabile passa. Per chi invece ha portato via con sé un bel pezzo di storia la faccenda è ben diversa. Suoni e odori, a volte, sono capaci di riportare alla mente uno spaccato di vita, in questo caso le gesta cinematografiche e motoristiche di uno dei miti moderni, che, forse meglio di tanti altri suoi colleghi, è riuscito ad avvicinare due mondi, all’apparenza diametralmente opposti ma accomunati da una direttrice comune.
Il “Santo Maledetto”
Al di là di ogni luogo comune e leggenda metropolitana, Steve Mc Queen ha avuto una vita spericolata, tanto spericolata da ispirare cantanti e registi, da affascinare generazioni di giovani "maledetti" e da far infatuare le donne di tutto il mondo. Mc Queen, la sua monumentale e sconvolgente storia, ci guida alla scoperta di tutte le verità e i segreti della più imitata e meno imitabile stella di Hollywood, il dietro le quinte dell’inventore e miglior interprete di uno stile selvaggio e ironico, adorato e temuto al tempo stesso da chi lo conosceva bene; sul grande schermo Steve Mc Queen non è stato solo l’incomparabile e guascone mangiatore e seduttore di donne-barbie, primo vero eroe del cinema d’azione, ma anche il meraviglioso e coraggioso interprete di pellicole come la trasposizione cinematografica di un testo di Isben, nel momento della sua massima popolarità. Dopo una vita di mille mestieri ed espedienti (è stato taxista, piastrellista, ciabattino, fattorino in un bordello) e dopo tre anni spesi nei marines a forgiare e a consolidare il suo personaggio, a metà tra l’eroe e il caratteriale, Mc Queen è approdato, più per caso che per scelta, alla carriera cinematografica. Protagonista di 28 film popolarissimi e diversi, da “La grande fuga” a “Papillon”, lo Steve Mc Queen privato è una sorprendente e inquietante scoperta: umorale fino all’estremo, a volte marito violento e quasi dipendente dal sesso, amico leale e forte, adorabile padre di figli e sostenitore segreto di decine di associazioni per bambini abbandonati (memore della sua infanzia dolorosissima). Fino alla controversa morte in una clinica messicana, Mc Queen ha creato instancabilmente la sua leggenda, fatta di grandi gesti e grandi bizze, una leggenda di un “Santo Maledetto”.
La tana del “Gatto”
Il mito di questo uomo continua a rivivere, ancora una volta, una delle tante, in questa moto, nata dall’estro creativo di Domenico Fasanella, per gli amici “Gatto Teppista”. Porta dietro la sua scia un non so che di nostalgico, una sintesi tra passato e presente tanto cara a chi, come noi, restiamo affascinati nell’ammirare la sapiente cura dei dettagli e la maniera con la quale il “ferro” prende le sembianze, sempre diverse, sempre nuove, di un oggetto che di sicuro ha tutte le carte in regola per parlare di sé ad alta voce. Triumph e Gulf, dal mondo delle corse alle strade romane, una dicotomia a dir poco esaltante, il risultato di un percorso che da molto lontano arriva fin qui, senza perdere la caratteristica connotazione emozionale che scuote i cuori e riporta la memoria a quando si correva, per rabbia o per onore, ma si correva.
L’officina di Domenico è un “bazar” di viti e bulloni, tubi di scarico, profumo di benzina e macchie d’olio. Un posto Cafè, dove i tanti motociclisti, che ogni giorno gli fanno visita non solo per le messe a punto di routine delle moto, si incontrano e parlano, prendono un caffè e poi di nuovo in sella. Un movimento di passione e di amicizia è quello che si percepisce nel garage di Fasanella, un luogo di ritrovo dove la tecnica cammina a braccetto con la fantasia. Nasce così la Triumph Gulf, sicuramente una scommessa vinta. Lo si capisce ancora meglio una volta girata la chiave e ingranata la marcia. Un suono forte, prepotente fuoriesce dagli scarichi; non resta che indossare il casco, abbassare gli occhialoni e tirare su la zip del giaccone.
Su strada
Upgrade d’autore
Per strada, difficilmente si riesce a passare inosservati, le marce ingranate e il motore che va liscio come l’olio trasmettono subito un’ottima sensazione
La moto va che è una meraviglia, in uscita di curva si fa fatica a controllare i suoi quasi 82 CV alla ruota; si comprende subito la completezza di questa moto: non solo bellissima, tanto da parlare da sola, ma potente, veramente potente. Un upgrade sorprendente sia dal punto di vista estetico che da quello motoristico. L‘espressione migliore di un desiderio, realizzato in questo caso, coronato da premi e coppe, che Domenico custodisce nel suo ufficio in due bacheche poste di fronte alla sua scrivania, vinte nelle gare alle quali partecipa… e vince! Da questa sua grande passione e competenza nascono queste Cafè, caratterizzate da un’esperienza che nasce in pista, come del resto si faceva una volta e, per fortuna, si continua fare. Una cultura che dai garage è arrivata ai circuiti di tutto il mondo, sui laghi, meglio se salati, davanti ai Cafè seminati qua e là, per le strade e in ogni piccola o grande officina che ha come obiettivo quello di rendere ogni moto una piccola tessera di questo grande mosaico, quello della Cafè Racers Culture. Tenendo bene a mente i versi di un famoso “poeta” che pressappoco dicevano “Dai diamanti non nasce niente, dal letame può nascere un fiore”, ci congediamo ricordando che la semplicità premia gli audaci ideatori di queste fantastiche “macchine” e la passione permette di poterne parlare, ancora una volta, aspettando la prossima Special Cafè.
MOTO STD
Triumph Bonneville 2008
Potenza dichiarata all’albero:
67 CV a 7.500 giri/min
Coppia dichiarata all’albero:
69 Nm a 5.800 giri/min
Peso a secco dichiarato: 200 kg
Potenza specifica: 77,46 CV/l
Cilindrata: 865 cc
Motore: bicilindrico parallelo, 360°, raffreddato ad aria
SCHEDA INTERVENTO
ESTETICA
Verniciatura telaio, cerchi e carrozzeria by Cri Art Design
Sella monoposto
Manubrio ace bar
Piastra porta strumentazione, kit portatarga, kit sottocoda, piastra motore 2Fast Rider
Leve freno e frizione snodate Rizoma
Kit blocchetto accensione
Faro posteriore Speed Triple 2002
Tappo serbatoio Monza
Piastra parafango ant. Norman Hyde
Kit tamponi paramotore
Polimentatura carter motore
CICLISTICA
Tubi freno alta pressione
Disco freno anteriore a margherita flottante
Kit molle e olio forcella, ammortizzatori posteriori Gazi
Pedane Norman Hyde
Kit trasmissione 520
MOTORE
Scarico completo Dunstall
Kit air-box Dinojet 3
Flussaggio testata
Profilatura valvole
Aumento rapporto di compressione
Bilanciamento albero motore
Bilanciamento bielle e pistoni
Frizione Barnett
Campana frizione alleggerita
Volano alleggerito
Candele Iridium
Bobine Nology
Riprofilatura Camme
SCHEDA AZIENDA
Team Phoenix
Via di Nazareth, 303 – 00166 Roma
Tel.: 06/83501150
Web: www.teamphoenixroma.com
E-mail: team.phoenix@libero.it